Ci vorrebbe uno scrittore, per trasmettere il fascino e insieme l’energia di un processo di trasformazione di un luogo; ci vorrebbe un narratore, per restituire l’emozione di un luogo che torna ad essere vissuto, un edificio, un monumento senza tradirne le molteplici valenze culturali, storiche e sociali. Parte da questo pensiero l’esperienza di Palazzo Beneventano, a Lentini, giunta a due anni e mezzo di custodia ed apertura “per vocazione”.